Laila si racconta così ....
"Non più Sola" ... perché? E come mai io ho deciso di farne parte?
Mi sono chiesta cosa ho fatto della mia vita, ho un'età in cui si possono fare dei bilanci ed io ho provato a leggere un pò in me stessa e in quello che ho fatto..
Credo di essere nata volontaria, nel senso che da sempre mi sono interessata ed occupata di volontariato, già dopo aver terminato i miei studi, essermi laureata ed aver cresciuto due figli e seguito il marito nel suo lavoro di medico di famiglia in un paese - fa molta differenza.
"eccomi volontaria a seguire genitori in conflitto con i figli adolescenti ed io che cerco di facilitare la comunicazione interrotta.."
"eccomi volontaria ad ascoltare ad un telefono amico persone in profonda crisi depressiva o legata alla paura dell'AIDS che quando esplose seminò morte e paura di contagio.."
"eccomi aiutare bambini di famiglie disagiate a fare la lezione .."
Insomma non ho monetizzato la mia carriera, ma l'ho costellata di esperienze, corsi di formazione, incontri ed amicizie care.
Che significato dai a questo aggettivo … ‘sola’ e alla scelta di un nome come 'Non più sola'… in riferimento all’associazione e alla sua opera?
Ed ecco che in una fase della mia vita in cui mi sono trovata libera da altri impegni, ho scoperto che l'associazione, Non più Sola, fondata pochi mesi prima da alcune donne della zona stava cercando volontarie.
Il nome mi piacque, pensai a quanta solitudine prova una donna a cui viene diagnosticato un tumore al seno e magari non vuole nemmeno dirlo in famiglia per non far preoccupare i propri cari - molte donne fanno così.
Dentro di me sentii forte di nuovo il desiderio di mettermi a disposizione dell'altro non per bontà astratta, ma per sostenere anche solo con un gesto, un sorriso o meglio un'informazione pertinente, una donna in difficoltà. Ed ora che sono passati 15 anni da quel mese di settembre, in cui entrai nel piccolo gruppo di donne, che come me hanno creduto in questo percorso di sostegno.
“Non più sola” che cosa muove ... che cosa ha mosso in te?
Ora sono la Presidente di questa associazione di cui sono orgogliosa di far parte con altre donne che come me credono nella solidarietà e nell'affiancamento durante i mesi bui che il tumore regala. Le persone che ci cercano e si rivolgono a noi lo fanno perché a volte è più facile parlare con una sconosciuta che si dedica a te senza pregiudizio e con fare empatico rispetto al mostrare i sentimenti a chi conosci.
Io, noi volontarie ascoltiamo e ci mettiamo a disposizione per quelli che possono essere i bisogni della paziente, ma soprattutto proviamo a far sentire la nostra presenza interiore sincera e comprensiva. Questo per me vuol dire rendere un buon servizio, consapevole che il primo dono lo faccio a me stessa, appagando il mio bisogno di dare.
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