L’ ANNO NUOVO INIZIA CON TRE DONI
Gaspare, Melchiorre e Baldassarre conoscono bene il significato dei loro doni, che simbolicamente rappresentano:
l'oro la carità, l’incenso la preghiera, la mirra la penitenza
È stato scritto:
“Offrono l'incenso a Dio, la mirra all'uomo e l'oro al re, venerando l'unione della natura divina e dell'umana”.
Un percorso naturopatico
L’albero da cui si ricava la mirra appartiene al genere Commiphora mirrha. Il nome deriva dalla parola "murr" che in arabo significa "amaro".
Dalla gemmoresina, che si estrae dal tronco e dai rami, si distinguono due varietà: la mirra in lacrime, in grani tondeggianti e la mirra formata da masse di colore bruno.
La mirra che cola spontaneamente dagli alberi, goccia a goccia, è la preferita. La migliore specie selvatica è quella dell’estate.
Nell’antichità la si usava per la guarigione delle ferite e delle piaghe.
Come l’incenso, la mirra è una pianta solare.
Questo legame con il sole è testimoniato da un’usanza: “Tutta la raccolta di Incenso e Mirra viene accumulata nel tempio del Sole che è il sito più sacro del paese di Saba”. Gli aromi naturali appartenevano alla potenza del Fuoco.
Mentre l'incenso dona stabilità emotiva e collega Terra e Cielo, , la fragranza dell’olio essenziale della mirra si utilizza quando c'è un blocco nel proprio cammino e non si sa quale strada prendere. Ci connette al riequilibro dei centri energetici del corpo ed è indicato durante le pratiche di meditazione e yoga.
La mirra cicatrizza le ferite; dopo la guarigione lascia andare il dolore e la sofferenza; conduce al crocevia e all’ascolto più intimo con la voce interiore; è un ponte tra il piano fisico e quello mentale e viceversa.
L'offerta di erbe aromatiche, bruciate nei rituali riemerge in molte tradizioni. Fra gli Indios dei Sioux-Lakota, si praticava il rito Hanblecheyapy, per accedere ad una visione superiore.
L'Incenso è un albero sacro, considerato il simbolo della preghiera.
Il Re Davide degli ebrei recitava: “Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani levate come sacrificio della sera”.
Le preziose lacrime di incenso donano la capacità di vivere nel regno dello spirito, restando collegati alla terra.
L'incenso insegna ad onorare l'ombra così come onoriamo la luce.
Secondo Charles-Auguste Auber, l'incensiere indirizzava in cielo i profumi più puri della terra, destinati a rappresentare le preghiere dei santi. L'incensiere rappresentava l'anima, mentre l'incenso che ne usciva erano le sue preghiere.
Durante una funzione religiosa, il turibolo è il vaso dove viene bruciato l'incenso in grani. Il fuoco che brucia rappresenta la carità e l'incenso la preghiera.
Il modo di dire popolare “incensare qualcuno” si riallaccia a questa funzione simbolica, in riferimento al comportamento di chi adula per avere dei favori.
Incensum è una parola che sostituisce il latino classico tus, turis (o thus) che deriva dal greco thùon: fiammeggiare, bruciare, risplendere.
È una gemmoresina. Dalla corteccia della pianta sgorga un lattice, che è un grande guaritore. La sua essenza è energia solare.
La Boswellia è una pianta che produce un tipo di resina chiamata incenso. Ha proprietà anti-infiammatorie ed è un analgesico naturale utile per alleviare dolori muscolari e articolari.
Mi connetto al respiro e al cuore per incontrare la mia bambina interiore. In questo anno che si rinnova, mi unisco allo spirito del cielo pieno di stelle e prendo tra le mani la bambina che è in me per celebrare la sua nascita.
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